4. Il Karma
Aggiornamento: 19 dic 2021
Il Blog del Sussurro

Il termine “Karma” deriva da una parola sanscrita che significa “azione” e, in sintesi, rappresenta proprio la legge di causa ed effetto che regola tutte le azioni: molto semplicemente ogni azione che compiamo ha una sua conseguenza. La legge Karmica è essenziale, ma al tempo stesso, semplicissima e si ricongiunge alla Legge Wicca del Tre: “Il bene o il male che fai ti torna indietro triplicato”… si, però non solo in questa vita, ma in tutte le reincarnazioni!
E’ un modo molto chiaro per dirci che sia il bene, sia il male che ci capita deriva soltanto da noi e dalle nostre azioni! E qui, come accennato anche nei post precedenti, ci scontriamo nuovamente con le ideologie delle varie religioni: per un cattolico tutto dipende da Dio ed è Lui ad esaudirci o “punirci” con fatti e segni inviati alla nostra vita per correggerci e indirizzarci verso la retta via… ma in verità gli Dei (o meglio l’Uno) con il Karma c’entrano ben poco, se non per il fatto che l’hanno creato Loro/Lui… ma per il resto esso agisce da solo, automaticamente, una volta che è stato “impostato” all’inizio dei tempi. E aggiungerei (come mio pensiero personale) che Uno (o Dei o chi per loro) hanno anche avuto l’occhio lungo: vogliamo mettere la comodità di delegare un compito così importante senza doversene assumere la responsabilità e senza soprattutto essere coinvolti? Tanto di cappello! La gente bestemmia Dio imputandogli tutte le colpe di questo mondo, ma in realtà Dio non ha nulla a che fare con quello che ci capita: siamo noi stessi i fautori del nostro destino!
Da questo punto di vista, quindi, il Karma non essendo una forza che agisce per giudicare o punire, è la sola in grado di fornire una risposta logica alla sofferenza dell’uomo. Pensiamo per un istante ad un bambino che nasce in una famiglia in cui è costretto a subire violenze o maltrattamenti dai genitori… o un bambino che nasce in un Paese povero, dove soffre la fame e non ha di che ripararsi e va quindi incontro a malattie e, molto probabilmente, alla morte. Di fronte a una situazione del genere si possono avere tre diverse reazioni:
- L’ateo: per lui che non crede, non esiste Dio, non esiste un Essere Supremo che controlla tutto, non esiste il Karma (e probabilmente non sa neanche cosa sia), non esiste un ordinamento, né tantomeno regole; tutto è un fatto di nascere fortunato o meno, c’è chi nasce ricco e chi nasce povero, c’è chi nasce disabile e chi nasce sano… è tutto casuale! Eppure sappiamo, e abbiamo sperimentato, che nulla succede per caso… e la spiegazione che si da’ l’ateo non è logica: se il mondo si regolasse solo con il caso, perché il caso stesso dovrebbe agire in modo assurdo con gli uomini e gli animali ed invece essere così preciso e perfetto per quanto riguarda i meccanismi della Natura, l’alternarsi delle stagioni, del giorno e della notte, del moto dei Pianeti e dell’Universo dove tutto segue schemi logici precisi? Se fosse tutto in preda al caso, il caos dovrebbe regnare anche tra i corpi celesti! Eppure così non è… quindi è chiaramente comprensibile che questa visione delle cose non è logica, né affatto attendibile!
- Il cattolico ribelle: quello cioè che NON crede in tutto quello che gli dicono, ma ragiona con la sua testa e si fa un sacco di domande chiedendosi perché, se Dio è così misericordioso come dicono, permette che un bambino innocente soffra la fame o si ammali, o che venga abbandonato dalla sua stessa madre nel cassonetto della spazzatura, o che venga addirittura ucciso o seviziato dai genitori? Chi fa queste considerazioni finisce in genere, a lungo andare, per escludere Dio dalla sua vita o per odiarlo, perché non comprende la logica di una così grande sofferenza gratuita.
- Il cattolico classico: ha una profonda fede interiore e giustifica quello che non riesce a spiegare facendo il “mea culpa” e facendosi piccolo piccolo difronte all’onniscienza Divina, credendo che, in quanto peccatore, non è in grado di comprendere il disegno di Dio e quindi deve accettare serenamente la Sua volontà perché, evidentemente, se capitano certe cose, Lui avrà le Sue buone ragioni per permetterle.
Senza dubbio questa risposta è assolutamente sensata per chi ha il dono di possedere questa grande fede, se non altro chi ragiona così riesce a darsi pace, ma fondamentalmente se Dio è così buono e misericordioso perché dovrebbe trattarci da poveri idioti mettendoci sulla Terra senza farci capire il senso della nostra vita e di quanto ci accade? E giungiamo allora alla soluzione più sensata, quella che afferma cioè l'esistenza di un’unica legge che regola in modo logico l'Universo, animato e inanimato e spiega, in modo altrettanto logico, la sofferenza: la legge del Karma, così come è stata spiegata in dettaglio da Buddha, ma come era già conosciuta nelle scuole esoteriche orientali e occidentali, anche prima dell'avvento del Buddha stesso! Senza contare che anche il cristianesimo, alle origini, credeva nella reincarnazione!
E quindi, tornando all’esempio del bambino che nasce in condizioni disagiate o che subisce percosse in famiglia le considerazioni da fare sono: o quel bambino ha fatto del male in una vita passata (o più vite) ed ha accumulato talmente tanto karma negativo che in questa vita deve subire le conseguenze del male che ha causato; o che, al momento di reincarnarsi, ha deciso (con l’aiuto degli Dei) che questo tipo di vita gli sarebbe servita per la sua evoluzione, per imparare determinate lezioni; o entrambe le cose insieme! Forse può sembrare una visione un po’ cinica, ma questo perché noi abbiamo soltanto la visione di questa vita attuale e non conosciamo il passato della persona in questione: quanti di noi in effetti (sebbene ciò non sia un atteggiamento Wicca, né produca comunque karma positivo), leggendo di persone o animali torturati, augurano ai carnefici di subire le stesse pene? Fondamentalmente la cosa si risolve con un semplice “ognuno ha quel che si merita”… C’è chi si chiede: “Esiste una giustizia Divina?” Ebbene si, si chiama Karma!
Se andiamo a stringere, in fin dei conti, le azioni compiute dall’uomo sono sostanzialmente di due tipi: azioni positive e azioni negative: le azioni positive sono tutte quelle che sono di reale beneficio agli altri esseri e non sono di danno ad alcuno; al contrario, le azioni negative sono tutte quelle che arrecano danno a qualcuno, indipendentemente dal fatto che siano di beneficio a qualcun altro: se rubo ai ricchi per dare ai poveri compirò un’azione positiva sfamando i poveri, ma compirò comunque un’azione negativa rubando ai ricchi! E seppure sia un’azione negativa fatta a fin di bene, resta comunque un’azione negativa, che quindi produce Karma negativo!
Approfondiamo… La Legge del Karma agisce necessariamente manifestandosi in modo indipendente dal corpo fisico e agisce senza preoccuparsi di quest'ultimo in merito al fatto che l’anima, molto più longeva del corpo, reincarnandosi passa da un corpo a un altro; quindi ne consegue che un'azione compiuta da una persona nel corso di una vita, può manifestare i propri effetti non solo nella vita successiva, ma anche due, tre o mille vite dopo, a seconda di quanto tempo impiegherà la persona a risolvere il suo “nodo” cruciale e di quando si verificheranno anche le condizioni adatte affinché si possa manifestare! Riporto un esempio molto chiaro che ho letto, che spiega questo meccanismo in modo efficace: supponiamo che un individuo A sviluppi, nel corso di una sua esistenza, un grande attaccamento per la sua insegnante delle scuole elementari, tanto da porre in essere le cause per incarnarsi come suo figlio in una vita successiva; contemporaneamente però l'insegnante tiene un comportamento scorretto con la propria sorella, disprezzandola perché non può avere figli, tanto da generare le cause per una sua vita successiva in cui dovrà sperimentare in prima persona il problema della sterilità.
Va da sé che, se nella vita successiva la nostra insegnante non potrà avere figli, non potrà neanche diventare madre dell'individuo A, che dovrà aspettare una vita ancora successiva: in sostanza, benché vi siano le cause per una ben precisa maternità, non se ne verificano le condizioni. L’intreccio è intricatissimo perché le componenti che possono influenzare sono infinite! Ho accennato al “nodo” cruciale… Ebbene si, perché in effetti il Karma a volte si “incaponisce” (perché siamo noi, in verità, ad incaponirci sullo stesso errore)! A chi di noi non è mai capitato, almeno una volta nella vita, di inveire (bonariamente o meno) contro il fato che ci ha fatto imbattere più volte nella stessa situazione o nella stessa tipologia di persone? “Oh, più evito gli stronzi, più ne incontro: sembra che li attiri tutti io!!!” oppure: “Più cerco di stare lontano da quella situazione, più mi si ripresenta!” Ecco… quello è il Karma che ci si ripropone come la peperonata! Sta lì a presentarci continuamente la stessa identica situazione, finché non avremmo imparato la lezione e saremo in grado di superarla! E’ come per il discorso che abbiamo fatto circa la reincarnazione: ci sono delle lezioni da imparare che, finché non saranno superate, continueranno a darci il tormento; appunto dei “nodi” cruciali che vanno sciolti per poter proseguire nel nostro cammino evolutivo! Gli esami non ci sono soltanto a fine anno scolastico, ma ogni giorno affrontiamo interrogazioni, test e verifiche… e magari per un periodo non si riesce mai ad ottenere la sufficienza e si sbatte ripetutamente la testa contro un bel due! Ovviamente questo significa che finché non si imparano le tabelline, non si potrà imparare a fare le moltiplicazioni… e si resterà sempre allo stesso punto, anche per più di una vita… finché non riusciremo a sciogliere il blocco.
Naturalmente non ci sono migliori o peggiori: se nasciamo belli o ricchi, o non so cos’altro, non siamo migliori degli altri! Semplicemente abbiamo scelto quell’incarnazione per una ragione ben precisa e per raggiungere un traguardo specifico! Ma lo stesso ha fatto anche chi è nato brutto o povero, o magari sta solo pagando per il male fatto nella vita passata; ma per tutto ci vuole il giusto atteggiamento perché giudicando gli altri accumuliamo noi stessi Karma negativo che non farà altro che peggiorare la nostra situazione attuale o futura! L'atteggiamento corretto è soltanto quello del più totale amore e della più profonda e assoluta compassione verso tutti! Compassione intesa come soffrire insieme, condividere la sofferenza degli altri, far proprio il dolore altrui e cercare di medicarlo come se fosse nostro. Pertanto ogni grande dolore, ogni grande sofferenza che affligge un essere senziente deve diventare anche una nostra sofferenza e indurci a cercare in ogni modo di porvi fine o almeno di alleviarla: in una parola, amore per il prossimo!
Ricordiamo che la compassione è il massimo grado dell'amore! Non essere d'aiuto, non cercare di soccorrere, in tutti i modi possibili, una persona che vediamo sofferente, pone innanzitutto in essere le cause per un nostro futuro Karma negativo, in ottemperanza al quale nessuno sarà di aiuto a noi, quando ci troveremo in condizioni di sofferenza. Inoltre, se vorremo essere davvero di beneficio al nostro prossimo, mentre lo aiutiamo faremo anche in modo che cominci a comprendere, a livello profondo, le ragioni della propria sofferenza e assuma, da quel momento in poi, un comportamento diverso che gli consenta di migliorare la propria situazione karmica, imparando a sua volta ad amare veramente il prossimo e ponendo in essere le cause per una successiva incarnazione più fortunata e per un miglioramento anche della vita presente. Solo impegnandosi a essere d'aiuto a coloro che, per qualsiasi ragione, stanno soffrendo, senza chiedersi se quella sofferenza sia o no meritata, si può realmente migliorare anche la propria situazione karmica.
Un altro esempio potrebbe essere quello di un uomo che mette i piedi in testa a tutti per fare carriera ed arricchirsi. Così facendo crea Karma negativo ponendo le basi per una reincarnazione successiva in cui vivrà in miseria, senza una casa e senza cibo; incontrerà persone ricche che non lo aiuteranno, esattamente come lui aveva fatto nella vita precedente, ma anche persone di cuore che lo aiuteranno, ma di certo incontrerà anche qualcuno facoltoso che lo aiuterà, ma con atteggiamento paternalistico, con superbia, umiliandolo. Passando attraverso a una situazione così complessa, quest’individuo avrà la possibilità di comprendere quale sia il modo giusto per comportarsi con chi gli sta intorno e quale sia l'insegnamento per il fatto di possedere o non possedere beni materiali e denaro. Altro esempio, una persona razzista che maltratta e umilia il vicino di colore: potrebbe essere lui, nella vita successiva, a nascere di colore e subire le angherie che ha inflitto nella vita precedente! Gli esempi possono essere innumerevoli… è bene stare attenti e contare fino a dieci prima di giudicare o trattare male qualcuno!
Come evitare quindi di accumulare Karma negativo e, soprattutto, come riuscire a capire quali sono le lezioni da imparare e superarle? Ecco l’aiuto che ci è stato dato dagli Dei: ad ognuno di noi è stato affiancato uno Spirito Guida (o Angelo Custode, se preferite) che ci protegge e ci aiuta in ogni momento della nostra vita cercando di fare del suo meglio… tuttavia, l’uomo di oggi che, come abbiamo detto nel Sussurro#1, ha ormai reciso il collegamento con il Divino, non riesce più a sentirlo e tutti gli sforzi della Guida cadono spesso nel vuoto, perché, ricordate sempre che abbiamo il libero arbitrio e nessuno Spirito Guida può imporci nulla o aiutarci se non siamo noi a volerlo e/o a chiederlo esplicitamente!
Nel momento, invece, in cui la persona riesce a comprendere che la sofferenza della sua vita è in qualche modo prodotta da un suo atteggiamento mentale non corretto (invidia, gelosia, avidità…) può decidere di rinunciare a questo atteggiamento negativo e cambiare. Ovviamente ci deve essere un vero pentimento e l’intenzione di non ricadere più nel medesimo errore. Ci vorrà tempo per cambiare, si sbaglierà di nuovo, ma se c’è la volontà si riuscirà a cambiare! E’ vero che spesso le persone non cambiano, ma non cambiano solo perché non vogliono cambiare… ma quando decidono di cambiare e lo fanno, cambia anche la loro situazione karmica. Il cambiamento brucia il karma negativo: non significa che si cancellerà il male fatto, ma piuttosto che avere una vita successiva di stenti, magari si potrà porre rimedio alle proprie azioni anche senza dover passare attraverso faticose prove dirette, ma piuttosto impegnandosi a essere d'aiuto ad altre persone che commettono lo stesso tipo di errore.
Inutile dire che “sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico”: un conto è se litighiamo con una persona e poi ci pentiamo e le chiediamo scusa (sarebbe il massimo!); un altro conto è se siamo fieri di “avergliene cantate quattro” durante la litigata! Un conto è insegnare a nostro figlio a perdonare i compagni di scuola che lo hanno picchiato; un altro è insegnargli a restituire le botte! Nel buddismo (soprattutto tibetano) si insegna a “scambiare se stessi con gli altri” cioè considerare gli altri più importanti di sé. La stessa cura che indirizziamo a noi stessi deve essere rivolta agli altri. Quando magari litighiamo con qualcuno, ma non riusciamo a controllarci, pensiamo che quella persona un tempo è stata nostra madre e che in un’altra vita ci ha allevato e ci ha dato la vita… chiunque ci è attorno potrebbe essere stato una persona che in una vita passata ci ha dato tanto, quindi cerchiamo di tenerlo a mente prima di cadere vittime dell’ira!
Un’ultima curiosità: la legge del Karma non riguarda i vegetali, i quali nel corso della vita non compiono azioni che possano avere effetti negativi, ma assolvono all'unico costante compito di donare se stessi. Dal momento che donano se stessi come cibo, come ombra, come legno, come produttori di ossigeno, non compiono azioni se non benefiche, e quindi il loro Karma è unico e positivo, sempre. Beati!!!!